WARNING:
JavaScript is turned OFF. None of the links on this concept map will
work until it is reactivated.
If you need help turning JavaScript On, click here.
Questa Cmap, creata con IHMC CmapTools, contiene informazioni relative a: Leopardi 1, da una famiglia aristocratica ma impoverita (e pertanto più attenta al bilancio familiare che al benessere dei figli) nei confronti della quale sviluppa un atteggiamento negativo e ribelle perché si sentirà sempre prigioniero tra le mura domestiche e non compreso, gli ultimi anni di vita tra Firenze (dove vive l'ennesima delusione amorosa) e Napoli, grazie all'aiuto economico degli amici toscani e di Antonio Ranieri, che lo ospita nella sua villa alle pendici del Vesuvio, dove Leopardi muore nel 1837 e a questi ultimi anni sono legate le poesie del ciclo di Aspasia e l'ultima grande opera in versi, La ginestra, GIACOMO LEOPARDI inizia la svolta verso una poetica propria nel 1818 - 19 (passa "dall'erudizione al bello"), anni in cui inizia la composizione dei Canti (elabora le prime due canzoni, di argomento civile) e tenta la fuga da casa, continua la composizione dei Canti, con altre canzoni e con gli Idilli, ma dopo il ritorno a Recanati si esaurisce temporaneamente la vena poetica e si accentua, nello stato d'animo cupo in cui si trova, l'interesse per la meditazione filosofica (è quella che il poeta definisce la conversione "dal bello al vero"): da questo interesse nascono Le operette morali, la svolta verso una poetica propria nel 1818 - 19 (passa "dall'erudizione al bello"), anni in cui inizia la composizione dei Canti (elabora le prime due canzoni, di argomento civile) e tenta la fuga da casa ma già da un anno aveva iniziato la stesura di una sorta di diario, dove annotava riflessioni su se stesso, sulla vita e sulla letteratura: lo Zibaldone, GIACOMO LEOPARDI passa gli ultimi anni di vita tra Firenze (dove vive l'ennesima delusione amorosa) e Napoli, grazie all'aiuto economico degli amici toscani e di Antonio Ranieri, che lo ospita nella sua villa alle pendici del Vesuvio, dove Leopardi muore nel 1837, ad allontanarsi da Recanati per qualche anno a partire dal 1825, grazie alla collaborazione con un editore milanese (e dunque a una piccola retribuzione), visita Milano, Bologna, Firenze e stringe amicizia con gli intellettuali più in primo piano dell'epoca, si innamora (senza successo) ma nel 1828 è costretto a tornare in famiglia anche perché in questi anni si aggravano le sue condizioni di salute, GIACOMO LEOPARDI nasce nel 1798 a Recanati, dunque in un centro agricolo arretrato culturalmente, appartenente allo Stato della Chiesa (uno degli stati più conservatori della penisola), GIACOMO LEOPARDI ottiene nel 1823 il permesso di trasferirsi a Roma, presso uno zio, ma l'esperienza si rivela deludente, per cui ritorna a Recanati e si chiude in una disperata solitudine, nel 1823 il permesso di trasferirsi a Roma, presso uno zio, ma l'esperienza si rivela deludente, per cui ritorna a Recanati e si chiude in una disperata solitudine e in questo periodo continua la composizione dei Canti, con altre canzoni e con gli Idilli, ma dopo il ritorno a Recanati si esaurisce temporaneamente la vena poetica, GIACOMO LEOPARDI nasce con una costituzione fisica molto fragile, tanto che le sue precarie condizioni di salute peggioreranno nel corso degli anni (anche a causa, come egli stesso dirà, dello "studio matto e disperatissimo" nel periodo centrale della sua giovinezza dai 10 ai 17 anni), GIACOMO LEOPARDI nasce da una famiglia aristocratica ma impoverita (e pertanto più attenta al bilancio familiare che al benessere dei figli), ad allontanarsi da Recanati per qualche anno a partire dal 1825, grazie alla collaborazione con un editore milanese (e dunque a una piccola retribuzione), visita Milano, Bologna, Firenze e stringe amicizia con gli intellettuali più in primo piano dell'epoca, si innamora (senza successo) ma nel 1828 è costretto a tornare in famiglia ma comunque scrive in questo periodo i Grandi Idilli, tra i testi più maturi e significativi dei Canti, GIACOMO LEOPARDI si forma da autodidatta nella biblioteca del padre, vasta ma legata ad opere tradizionali della cultura classicista e conservatrice, GIACOMO LEOPARDI riesce ad allontanarsi da Recanati per qualche anno a partire dal 1825, grazie alla collaborazione con un editore milanese (e dunque a una piccola retribuzione), visita Milano, Bologna, Firenze e stringe amicizia con gli intellettuali più in primo piano dell'epoca, si innamora (senza successo) ma nel 1828 è costretto a tornare in famiglia, da autodidatta nella biblioteca del padre, vasta ma legata ad opere tradizionali della cultura classicista e conservatrice per cui la sua formazione lo portò ad intervenire, da giovanissimo, nel dibattito tra classicisti e romantici in favore dei primi e in difesa della mitologia